La meditazione è una disciplina millenaria, che ha trovato varie declinazioni nel corso della storia, modificandosi all’interno di diverse culture e tradizioni, attraversando il mondo temporalmente e geograficamente. Talvolta si lega a scuole di pensiero, talvolta a filosofie, talvolta a religioni vere e proprie.
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Tutte le forme di meditazione hanno dei punti in comune: permettono di aumentare la conoscenza di sé e del mondo e di raggiungere un maggiore stato di benessere grazie a un profondo legame tra la mente e il corpo.
Il successo della meditazione lascia intendere che essa risponda a un bisogno innato e universale dell’uomo: quello di sentirsi connesso con se stesso e con il mondo che lo circonda, comprendendolo ed essendo in armonia con esso.
La meditazione dinamica di Osho non fa eccezione: al contrario, nasce proprio con lo scopo di rispondere ai bisogni dell’uomo in un contesto completamente diverso rispetto al passato. Si tratta, infatti, di una pratica nata in tempi recenti, nella seconda metà del secolo scorso, in una società profondamente mutata rispetto ai secoli precedenti: così, anche i suoi principi e le sue sue modalità si distinguono da quelle di altre forme di meditazione più antiche.
Cos’è la meditazione dinamica
La pratica della meditazione dinamica è stata messa a punto e divulgata da Osho, il maestro spiritualista nato in India nel 1931 e deceduto nel 1990. Lo stile di vita dell’epoca in cui Osho è vissuto ha influenzato e ispirato la tecnica meditativa di cui è padre. Un tipo di meditazione detta a ragion veduta dinamica, perché perfettamente in linea con lo stile di vita moderno che ci costringe ad un’esistenza movimentata e, in alcuni casi, addirittura frenetica.
Osho riuscì a raggiungere un largo seguito internazionale proprio grazie alla sua capacità di adattare le tradizioni e le filosofie meditative più antiche alla cultura occidentale contemporanea. Noto con il suo nome di nascita fino agli anni Ottanta, Chandra Mohan Jain, ha assunto in seguito il nome di Osho Rajneesh, ridotto poi in Osho, per ricordare il suono della parola “oceanic” in inglese, utilizzata per indicare l’esperienza del “dissolversi nell’oceano dell’esistenza”.
Sin dal nome, dunque, Osho ha reso chiaro il suo intento di ricercare una maggiore consapevolezza e conoscenza del mondo e di insegnare le tecniche per farlo anche al resto del mondo. Osho visse da uomo molto lontano dal comune, la sua filosofia era alquanto particolare quanto il concetto di meditazione che, durante i suoi anni di attività, divulgò per tutto il mondo, guadagnandosi migliaia di seguaci e facendo sì che il suo lavoro restasse ancora ben tangibile anche oggi, a quasi trent’anni dalla sua scomparsa.
Osho era solito mettere sullo stesso piano religioni e superstizioni, tant’è che in una delle sue opere letterarie scrisse che “l’amore è l’unica religione, tutto il resto è spazzatura”. Le religioni, secondo Osho, sono ostacoli che l’uomo deve abbattere per raggiungere l’illuminazione. Osho stesso dichiarò di aver vissuto questa esperienza mistica all’età di ventun’anni, nel 1953 mentre si trovava a Jabalpur nel Giardino Bhanvartal.
Dapprima Osho fu insegnante di filosofia, salvo poi abbandonare la professione per cominciare a viaggiare per l’India e per il mondo intero, cercando di divulgare il suo messaggio spirituale e organizzando campi di meditazione.
Storia e origine della meditazione dinamica
La meditazione dinamica di Osho si inserisce all’interno del vasto panorama della meditazione con uno strappo netto. Se la visione comune più diffusa della meditazione (nell’accezione più generalista del termine) riguarda una persona seduta in concentrazione con le mani unite intenta a recitare un mantra e null’altro, la meditazione dinamica ideata da Osho va in una direzione completamente opposta. Anziché restare ferma immobile a mani congiunte la persona si lascerà andare, tra urla, pianti, risa e gesti inusuali, a una intensa frenesia liberatoria.
Il suo concetto di meditazione prende dunque le distanze anche dalla concezione di “meditazione” più antica di stampo occidentale, ovvero la contemplazione da parte della mente razionale.
L’intuizione che ha portato Osho a creare questa corrente di meditazione ha avuto origine dalla considerazione che le tecniche meditative tradizionali e antiche hanno preso vita in un periodo in cui l’uomo viveva immerso nella natura, senza scadenze da rispettare o cartellini da timbrare. Uno stile di vita agli antipodi rispetto alla norma della contemporaneità.
Oggi, i problemi che affliggono l’uomo sono diversi: nel mondo contemporaneo, in cui ogni momento deve essere pieno e tutto deve essere dominato dalla mente razionale, la meditazione dinamica permette di liberare le energie represse senza che vi siano filtri nell’espressione.
La meditazione dinamica nasce allo scopo di permettere all’uomo del ventesimo secolo di riscoprire il silenzio, dare libero sfogo alle proprie energie e liberando le proprie emozioni represse. È la più famosa delle tecniche meditative ideate da Osho, viene praticata attorno a movimenti sfrenati, frenetici e senza controllo sostenuti da una musica di fondo.
Tecniche diverse, scopo unico
Contrariamente a quanto qualcuno afferma, le discipline di meditazione dinamica non sono state concepite in tutto e per tutto da Osho. Sono in realtà tecniche meditative che affondano le proprie radici in discipline antiche, si pensi ad esempio ai “10 movimenti di consapevolezza” teorizzati dal maestro Thich Nhat Hanh. Un’altra convinzione abbastanza diffusa è che le tecniche di meditazione dinamica sono da considerarsi un’alternativa alla meditazione intesa nel senso più comune del termine. Questo non è affatto vero, bensì si tratta di discipline complementari che possono essere senza alcun problema affiancate.
Meditazione dinamica e meditazioni attive
Se non sei una persona avvezza a pratiche meditative od olistiche in generale, per capire i fondamenti della meditazione dinamica di Osho, fai una semplice prova. Mettiti seduto, per terra o su una sedia, fermo e non pensare a nulla. Sembra facile a dirsi ma se hai fatto questa semplice prova ti sarai di sicuro accorto che è una delle cose più difficili che una persona possa fare con il proprio corpo: stare fermo e svuotare la mente da ogni pensiero.
Senza la dovuta preparazione ed esperienza, quando provi a liberarti dai pensieri ti accorgerai che in realtà stai ottenendo il risultato opposto. Vedrai che aumentano le preoccupazioni generali e soprattutto comincerai a chiederti se stai pensando o meno, fino a raggiungere la consapevolezza che in realtà non hai mai smesso di farlo. Che risultato hai ottenuto? Semplice, hai solo aumentato a dismisura il volume dei pensieri che stavi in realtà cercando di scacciare.
A tal proposito Osho, in effetti, sostiene che un tipo di meditazione statica, quella meditazione alla quale il nostro pensiero automaticamente punta quando ci si riferisce a questa pratica, non è assolutamente adatto ai ritmi e i dettami della società occidentale moderna. Una società frenetica che ci precipita in una costante processo di pensiero in toto rivolta all’”ho fatto” e “devo fare” piuttosto che concentrarsi nel solo “essere”. Questo semplice quanto innegabilmente vero metodo di pensiero ci rende capaci, “ci” inteso come noi uomini moderni, a fermare la nostra mente e l’incessante flusso di pensieri.
A questo proposito Osho si è quindi domandato come fare per aiutare l’uomo occidentale a elevare la sua mente, raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e senza costringerlo a fare quello che nella realtà molto probabilmente non è in grado di fare: fermarsi.
La risposta che Osho si è dato è stata quindi quella di sviluppare delle tecniche meditative allineate a questo stile di vita, una meditazione che non deve essere condotta in silenzio, nell’immobilità, ma in movimento e circondato da suoni e rumori. Suoni che, oltre che essere quelli dell’ambiente stesso, sono anche quelli che noi stessi emettiamo durante la pratica: urla, risa, pianti, mugugnii e mantra. Una meditazione fatta di salti, corse e arti dimenati all’impazzata in una danza spontanea e liberatoria che diventa vera catarsi.
Questa fase catartica viene portata a livelli di intensità molto elevati e ha il solo obiettivo di donare libertà alla mente e riattivare il flusso dell’energia e consentirti di raggiungere la quiete interiore.
Il concetto di meditazione dinamica di Osho
Consapevole dei limiti che ci sono imposti dalla società moderna ai quali incosciamente sottostiamo, Osho ha trovato il modo per consentirci di elevare la nostra consapevolezza delle emozioni latenti e permetterci di riconquistare quella felicità interiore e quell’amore che abbiamo nei confronti di noi stessi che giacciono sopiti dentro di noi.
Per fare questo, ha compreso che era necessario un approccio diverso da quelle delle tradizioni meditative più antiche. Non perché esse sono sbagliate, ma semplicemente perché sono lontane da noi e dal nostro modo di vivere. Con la meditazione dinamica Osho ha voluto dare al mondo occidentale uno strumento più facile da mettere in pratica, senza rinnegare le tradizioni del passato.
Tutte le tecniche di meditazione dinamica che Osho ha teorizzato e divulgato hanno una forte influenza sullo stato emotivo di chi le pratica. Non sarà raro, mentre ti trovi a praticare una seduta di meditazione attiva, di ritrovarti a sorridere o a raggiungere un senso di gioia e di pace interiore talmente elevato da commuoverti. Senza rendertene conto, significa che la tua mente sta cominciando a liberarsi dagli affanni e dalle preoccupazioni. Un tipo di meditazione caotica e libera come la meditazione dinamica di Osho fa sì che, durante il movimento, lo sfogo, il cervello venga distratto e si favorisce così il suo rilassamento.
Il fulcro della meditazione dinamica è sempre e solo il cuore che prende il sopravvento sul cervello quando si tratta di gestire ed esternare le nostre emozioni, di farci investire dall’amore e dare libero sfogo all’amore interiore. Ma non è solo questo ciò che compie il cuore, è ancora esso a farci percepire anche ciò che nel nostro corpo è negativo, ad esempio delle disfunzioni organiche o mentali.
Diventa quindi fondamentale saper ascoltare il cuore ma come è possibile raggiungere questa abilità?
Secondo Osho sia la mente che il cuore con noi comunicano per farci percepire tutto ciò che è interno ed esterno a noi. La differenza però secondo Osho è che la mente urla mentre il cuore ci sussurra e per questo è più difficile ascoltarlo.
Attraverso le tecniche di meditazione dinamica diamo libero sfogo alla mente attraverso i movimenti, le urla e quant’altro. La mente, così facendo, sarà distratta e non esercitando più la sua funzione di costante disturbo (continui pensieri, preoccupazioni, ecc.) acquisiremo maggiori capacità per poter sentire ciò che ci sussurra il cuore.
Il concetto di meditazione dinamica di Osho è composto da un insieme di varie tecniche, ognuna delle quali prevede l’esecuzione di azioni diverse. Per esempio si parla liberamente o con più enfasi si grida, dando sfogo a tutto ciò che si ha dentro.
Nel contempo si corre, si salta o persino si balla e così facendo il corpo si scioglie. Si tratta di movimenti non codificati: il senso di questi movimenti non è di compiere correttamente alcuni gesti, ma di lasciare che il corpo sia spontaneo nelle sue espressioni.
Alcune di queste azioni sono riprese anche in certi tipi di psicoterapia contemporanea della medicina occidentale: alterare di proposito il ritmo naturale del respiro, articolare parole sconosciute e senza senso, urlare, piangere e ridere in totale libertà, così come con il corpo eseguire qualsiasi tipo di movimento, senza costrizioni.
Queste azioni ci consentono di raggiungere, come detto in precedenza, la catarsi liberandoci da schemi mentali che ci sono stati imposti e da tutti quei limiti emotivi che, per adeguarci alla società moderna, ci auto imponiamo. In questo modo, oltre che sentirci profondamente liberi e leggeri in quel preciso momento, saremo in grado di affrontare con maggiore leggerezza e serenità anche la vita di tutti i giorni.
Probabilmente sempre in relazione alla sua considerazione delle religioni, Osho nei suoi studi riprese anche alcune altre tecniche meditative tradizionali riadattandole alla sua filosofia. Privandole di tutto gli orpelli ritualistici, Osho riportò queste tecniche al loro stato più puro ed essenziale e secondo lui, così facendo, le proprietà curative e terapeutiche ne uscirono amplificate.
Mediazione dinamica e meditazioni attive
La meditazione dinamica fa parte di una serie di discipline meditative note come “meditazioni attive”. Si tratta di meditazioni accomunate dal libero rilascio di energia, attraverso il movimento del corpo non condizionato dalla mente razionale.
Il principio che le guida è l’esatto opposto di quello alla base delle tecniche di meditazione tradizionale: solitamente la meditazione prevede infatti che ci si sieda e ci si concentri sul non fare, sull’immobilità, sull’assenza del pensiero.
Le meditazioni attive si fondano sul principio contrario, ovvero lasciare il corpo libero di esprimere tutta la propria energia, per trovare la via verso una maggiore conoscenza e consapevolezza attraverso non solo la contemplazione, ma anche la libera espressione. Oltre alla meditazione dinamica, esistono diversi tipi di meditazione attiva.
La meditazione dinamica kundalini
Una delle forme di meditazione probabilmente meno note, la meditazione kundalini è una meditazione attiva che considera il movimento come principale mezzo per liberare l’energia kundalini, ovvero l’energia vitale che risiede in ognuno di noi.
“Kundalini è un termine sanscrito che deriva da “kundala”, ovvero “arrotolato”. Il suffisso -ini designa invece il genere femminile: la kundalini dunque è un’energia femminile, ovvero generatrice, presente in forma latente in qualsiasi essere umano. Quando non è liberata, essa si trova in fondo alla colonna vertebrale avvolta in tre spire; attraverso la meditazione, è possibile liberarla, facendo in modo che fluisca liberamente nel corpo srotolandosi come un serpente.
Risvegliare questa energia, secondo Osho, significa liberare un potenziale energetico estremamente intenso, in grado di dare una maggiore consapevolezza di sé e del mondo e di rendere la mente e il corpo più potenti. Il risveglio si lega a una serie di sensazioni estremamente intense che coinvolgono il corpo e la coscienza.
Per arrivare a questo obiettivo possono volerci mesi, oppure anni, oppure si può non arrivare mai al suo pieno risveglio; tuttavia la pratica meditativa è sufficiente di per sé per offrire numerosi benefici, allontanare lo stress e migliorare la propria consapevolezza.
Il risveglio della kundalini avviene attraverso il movimento: questa pratica si divide infatti in tre fasi, di cui una dedicata allo scioglimento del corpo, che viene lasciato libero di esprimersi in dinamicità. Nella seconda fase, il movimento si trasforma in una danza, che però non è codificata razionalmente: la grande sfida imposta dalla meditazione kundalini è quella di riuscire a concedere al corpo piena libertà di movimento senza che i gesti vengano filtrati dalla mente razionale.
Segue poi una parte di meditazione più statica, nella quale ci si dedica alla contemplazione delle emozioni e delle sensazioni provate. Se durante la meditazione avviene il risveglio della kundalini, il corpo viene invece investito da sensazioni nuove, sorprendenti, e da un movimento che dall’interno spinge per mostrarsi all’esterno.
Il movimento che scaturisce dal risveglio della kundalini non è un movimento consapevole o razionale, né un movimento che viene deciso: è un movimento spontaneo, un’esigenza che nasce dal profondo della coscienza, che deve essere accolto ma non incoraggiato o imitato. Il risveglio della kundalini, infatti, è un processo spontaneo che non può essere stimolato semplicemente tramite imitazione.
Esso, inoltre, può avvenire soltanto se prima, attraverso la pratica meditativa ripetuta, si è riusciti a liberare tutti i chakra, ovvero tutti i centri energetici presenti nel nostro corpo congiunti tra loro da nadi, i canali entro i quali scorre l’energia.
Quando siamo vittime di qualche blocco mentale, emotivo o psichico, infatti, i chakra possono chiudersi, oppure sovraccaricarsi di energia, dando origine a uno squilibrio del quale risente tutto il corpo e, in particolare, gli organi legati ai chakra in sofferenza. Soltanto ristabilendo il pieno equilibrio è possibile aprire la strada alla kundalini e alla sua completa espressione.
Prepararsi alla meditazione
Chiunque si avvicina per la prima volta alla meditazione, deve fare i conti con una forma di pensiero diversa da quella richiesta solitamente per far fronte alla quotidianità. La meditazione richiede di mettere da parte la razionalità, per lasciare spazio alla libera espressione del corpo e alla libera esplorazione della mente.
Per questo, può sembrare estremamente facile, eppure quando la si inizia a praticare molti si stupiscono di quanto poco riescano a mantenere la propria concentrazione: mettere a tacere il pensiero è qualcosa che non siamo più abituati a fare.
Anche nel caso della meditazione dinamica questo processo può risultare complicato: siamo abituati a muoverci sempre e solo con uno scopo preciso, oppure a danzare seguendo passi e gesti che rientrano all’interni di schemi predeterminati. Essere liberi e spontanei è qualcosa di non semplice da mettere in atto, ma la predisposizione personale migliora con la pratica.
Per rimuovere gli ostacoli a questo processo, è importante che la meditazione venga svolta nelle condizioni ottimali a favorire la concentrazione. Questo significa che anche l’ambiente nel quale scegliamo di meditare ha una forte influenza sulla possibilità di riuscire a mantenere il focus sul proprio corpo.
Per questa ragione, soprattutto all’inizio, si consiglia di meditare in un luogo confortevole, nel quale ti senti a tuo agio, possibilmente un luogo silenzioso dal quale escludere gli stimoli esterni. Quando le tue abilità saranno cresciute potrai meditare anche altrove, ad esempio all’aperto, riuscendo a raggiungere il giusto stato di concentrazione.
Rendi l’ambiente ideale per il rilassamento, assicurandoti che non faccia né troppo freddo né troppo caldo e mantieni l’ambiente frequentemente areato: gli ambienti ricchi di ossigeno stimolano infatti l’attività cerebrale. Puoi optare per luci soffuse o per mantenere la luce naturale, in ogni caso cerca di fare in modo che anche la luce sia piacevole e non una fonte di fastidio o di distrazione.
Puoi usare candele, o incensi dal profumo delicato, non troppo intenso: ricorda che gli stimoli esterni non devono compromettere il tuo stato di concentrazione. Allo stesso modo, è consigliabile indossare abiti larghi e in tessuti naturali, per evitare frizioni, pruriti e fastidi che distolgono l’attenzione e rendono la pratica poco confortevole.
Una volta messe in atto queste accortezze, sei pronto per iniziare a meditare.
Le tecniche della meditazione dinamica: come si pratica
La Meditazione dinamica Osho è una tecnica di meditazione attiva che si consiglia di praticare al mattino presto, quando l’energia è ancora ai massimi livelli. Meglio eseguire la pratica prima di colazione, per non essere distratti da un senso di pesantezza causato dalla digestione in corso.
Una seduta di meditazione dinamica si articola in un percorso composto da cinque fasi, ognuna con una funzione ben precisa e una durata definita. Il corretto svolgimento consecutivo delle cinque fasi della meditazione dinamica Osho impiega all’incirca un’ora.
All’inizio potrà sembrarti molto tempo: puoi quindi iniziare con sessioni di meditazione più breve ed allungare la durata mano a mano che ti rendi conto che la tua espressione si fa più libera e ti risulta più semplice mantenere la concentrazione per un periodo di tempo prolungato.
Le fasi della meditazione dinamica sono le seguenti:
Fase 1- respirazione caotica: in questa fase si da il via ad una respirazione molto profonda e forte, dal ritmo irregolare. Per ottenere questo risultato bisogna concentrarsi soltanto sulla fase di espirazione, che deve avvenire dal naso. Così facendo l’inspirazione viene gestita spontaneamente dal corpo. L’espirazione deve essere il più possibile libera e spontanea: non sforzarti di mantenere un ritmo regolare.
Mettendo in atto questo tipo di respirazione si liberano completamente i polmoni mentre ci si prepara a immagazzinare, come una ricarica, una grande energia. La fase della respirazione caotica dura 10 minuti.
Fase 2 – esplosione o fase della catarsi: in questa fase il corpo e la mente sono beneficiate di muoversi e comportarsi in totale libertà. È necessario fare qualunque cosa consenta di esprimere e tirare fuori quello che si tiene chiuso dentro. Non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo, solo quello che la persona sente sia il migliore, quindi via libera a urli, pianti, agitare gli arti, salti, ecc. questa fase incarna la rimozione di ogni tipo di freno imposto al corpo. Durata dell’esplosione: 10 minuti. Non ti preoccupare se le prime volte ti senti a disagio, non è facile fare in modo di eliminare ogni filtro della mente razionale: vedrai che, con la pratica, ti risulterà sempre meno complicato.
Fase 3 – stimolazione del primo chakra: lo scopo di questa fase è quello di risvegliare il flusso dell’energia del primo chakra, permettendole di scorrere dal basso verso l’alto. Si mette in moto ripetendo il mantra HU! In questo modo il mantra riecheggia attraverso il corpo riattivando l’energia del chakra. Questa fase dura altri 10 minuti.
Fase 4 – fase dell’immobilità: l’inizio di questa fase coincide con il segnale di interruzione della precedente. A questo punto il mantra della fase 3 si interrompe e ci si immobilizza nell’esatta posizione in cui ci si trova, non importa quale. Mantenere questa posizione facilita l’ascolto e la percezione del flusso energetico che scorre all’interno di se stessi. La posizione assunta va mantenuta per 15 minuti. Anche qui insorge una difficoltà per chi si avvicina alla meditazione per la prima volta: probabilmente sarai spesso tentato di muoverti e “fare qualcosa”, mentre la tua mente tenderà a tornare ai pensieri razionali. Cerca di vincere queste pulsioni e di rimanere immerso nel momento presente.
Fase 5: fase della danza celebrativa: si tratta della fase conclusiva del ciclo di meditazione dinamica Osho. Consiste nel lasciarsi andare in una danza liberatoria e libera. Un’insieme di movimenti naturali e spontanei con i quali si dimostra di essere riusciti a riattivare tutta l’energia dei chakra. Questa è una fase di ringraziamento e di celebrazione e va portata avanti per 15 minuti.
Meditazione dinamica, la “meditazione per chi ha fretta”
Questa visione della meditazione e del rapporto che l’uomo contemporaneo dovrebbe stabilire con essa secondo Osho è racchiusa e spiegata in modo approfondito all’interno del suo libro “La meditazione per chi ha fretta”. Il titolo del testo è già emblematico: chi ha fretta è, presumibilmente, chiunque faccia parte della società odierna.
Si tratta di un testo molto utile per chi vuole avvicinarsi al mondo della meditazione dinamica per la prima volta cogliendone il giusto approccio. Tra le pagine, Osho sottolinea come la principale differenza tra l’uomo contemporaneo e l’uomo del passato sia nel rapidissimo susseguirsi di stimoli ai quali siamo costantemente sottoposti.
Oggi, la mente è costantemente molto più sovraccarica di quanto non lo fosse la mente dei nostri avi e questo si traduce in nevrosi e quelle che vengono considerate come le malattie del nostro tempo: stress, ansia, affaticamento mentale. Il paragone di Osho è con il cibo: immagina di avere davanti a te una tavola imbandita sulla quale il cibo continua ad affollarsi in modo rapidissimo e tu devi liberare la tavola mangiando, mangiando e mangiando ancora.
Inizieresti a sentirti pieno, troppo pieno, a non sentire più nemmeno il sapore di ciò che ingurgiti, troppo impegnato a raggiungere il tuo obiettivo per renderti conto che l’atto stesso di mangiare dovrebbe essere un’esperienza piacevole.
Nella visione di Osho, la meditazione è proprio questo: un momento da dedicare alla spontaneità, alla libera espressione, alla conoscenza del mondo attraverso la riscoperta della profonda connessione con se stessi.
Ecco perché, mentre la meditazione in passato rispondeva soltanto alla necessità di guardare più a fondo nell’animo e nel mondo, la meditazione dinamica di Osho si arricchisce di una componente di liberazione dell’energia che non si riesce né ad esprimere, né a catalizzare durante lo svolgimento della vita quotidiana.
Per vivere in equilibrio è necessario dedicare metà del proprio tempo all’esplorazione della vita attraverso l’azione e l’altra metà all’assimilazione, attraverso l’assenza di azione. In questo modo si chiudono temporaneamente le porte agli stimoli esterni, per concentrarsi su tutto ciò che accade all’interno dell’animo e del corpo.
I benefici della meditazione dinamica
Ogni pratica meditativa si fonda su una stretta correlazione tra la mente e il corpo: non stupisce, quindi, che i benefici che ne derivano coinvolgono entrambi. A lungo indagata anche dal punto di vista scientifico, la meditazione ha dato conferma di poter apportare benefici reali e dimostrabili.
Questo vale per ogni forma di meditazione e ogni tipologia, indipendentemente dallo scopo: sia per le meditazioni che hanno riconoscono nel benessere del corpo e della mente il proprio fine ultimo, quindi, come la meditazione dinamica, sia per quelle che invece considerano il maggior benessere come un semplice effetto risultante dal percorso di ricerca della consapevolezza e della conoscenza. Per molte tradizioni antiche, infatti, il benessere è soltanto una conseguenza, mentre l’unico, reale obiettivo è la conoscenza della vera natura del mondo.
Nonostante le differenze che contraddistinguono le diverse tradizioni meditative, vi sono dei benefici comuni tra tutte e alcuni benefici che invece dipendono in modo specifico dal tipo di meditazione che si sceglie di praticare.
Tra questi benefici condivisi e offerti dalla pratica regolare di qualsiasi tipo di meditazione possiamo indicare una maggiore capacità di concentrazione e di attenzione, derivante dall’esercizio.
Si tratta di un effetto benefico che ha moltissimi risvolti positivi, sia sulla via privata sia sul lavoro: basti pensare all’aumento della produttività e alla maggior facilità di gestione degli impegni quotidiani, oppure al miglioramento delle performance negli sportivi.
Inoltre, la meditazione abitua la mente a concentrarsi sul momento presente e sulla percezione delle sensazioni fisiche e psichiche che lo caratterizzano: in questo modo, si potrà avere la sensazione di riuscire a godere meglio e in modo più intenso di tutti i momenti piacevoli della giornata, ai quali spesso, magari per fretta o distrazione, non si presta particolare attenzione.
Imparando a essere più connessi con se stessi, si avrà la sensazione di vivere la vita in modo più pieno, attento e consapevole. Ne deriverà, in aggiunta, una maggiore sensibilità empatica, che permetterà di comprendere e accogliere meglio il prossimo, migliorando le relazioni interpersonali.
Meditazione dinamica e ansia: cosa dice la scienza
Tra i principali benefici prodotti dalla pratica della meditazione dinamica, vi è la capacità di agire positivamente sui sintomi dell’ansia. Del resto, se la meditazione dinamica di Osho è nata in risposta alle esigenze dell’uomo contemporaneo, non deve stupire che il principale beneficio sia quello di contrastare uno dei principali disturbi che colpiscono oggi le persone.
È bene specificare che l’ansia è a tutti gli effetti una malattia e che, come tale, va curata indagandone le origini e intervenendo su di esse. Per questo, la meditazione non può essere considerata una cura tout court, ma è un validissimo rimedio per contrastarne i sintomi.
Mano a mano che i sintomi dell’ansia si riduce, anche la fiducia di chi ne soffre cresce, mentre recupera la sensazione di poter avere controllo sui propri pensieri e sul proprio corpo anziché esserne vittima. In questo modo, la meditazione rafforza l’efficacia delle terapie e aiuta a instaurare una spirale virtuosa che facilita la riduzione dell’impatto della malattia nella vita di tutti i giorni e la guarigione.
La meditazione dinamica aiuta inoltre a ridurre lo stress e le sensazioni ansiose temporanee anche in chi non è affetto dalla patologia vera e propria, ma vive in uno stato temporaneo di pressione e scarso rilassamento, con la mente perennemente occupata e affaticata.
A confermare la relazione positiva tra meditazione dinamica e ansia concorrono molti studi, come quello pubblicato nel 2014 sull’Indian Journal of Wellness e Wellbeing “Effects of dynamic meditation on anxiety”.
Lo studio ha coinvolto 60 persone, suddivise in un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo. I partecipanti al gruppo sperimentale hanno praticato la meditazione dinamica per 21 giorni. Prima e dopo questi 21 giorni, i ricercatori hanno valutato l’intensità del disturbo ansioso sia nelle persone inserite nel gruppo sperimentale sia in quelle inserite nel gruppo di controllo, che quindi non hanno praticato nessun esercizio di meditazione.
Mentre i livelli d’ansia e le sue manifestazioni si mostrarono eterogenee nei due gruppi all’inizio dello studio, dopo sole tre settimane di pratica meditativa il gruppo sperimentale ha mostrato livelli d’ansia ridotti rispetto al gruppo di controllo.
Ancora migliori sono stati i risultati presentati nel 2012 da uno studio presentato durante la Interdisciplinary Social Sciences Conference, a Barcelona. I benefici registrati da chi si è sottoposto a un periodo di pratica della meditazione dinamica di Osho ha mostrato miglioramenti in diversi ambiti, tutti in grado di influire positivamente o negativamente sull’ansia.
Il gruppo analizzato ha mostrato miglioramenti in termini di:
- problemi psicologici come ansia, depressione, insonnia e disturbi del sonno
- rabbia
- stress
- burnout
- autostima
- capacità di prendersi cura di sé.
Ma in che modo la meditazione è in grado di attivare processi che eliminano, o quantomeno riducono, lo stress?
Anche in questo caso, per rispondere possiamo attingere a uno studio scientifico, pubblicato nel 2016, che ha dimostrato come la meditazione dinamica comporti delle modifiche nella produzione di cortisolo da parte del nostro organismo.
Coinvolgendo persone di età eterogenea (dai 20 ai 50 anni), l’esperimento si è svolto su un arco temporale di 21 giorni, durante i quali i volontari hanno praticato quotidianamente la meditazione dinamica. In tutti i partecipanti, al termine di questo periodo sono stati rilevati significativi cali nella produzione di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”.
Si tratta, infatti, di un ormone che viene prodotto quando il nostro corpo e la nostra mente si trovano sotto stress, portando alla manifestazione di tutti i classici sintomi psicofisici che derivano da questo stato. In base a queste conclusioni, lo studio indica dunque la meditazione dinamica come un possibile rimedio integrativo all’interno di terapie per la gestione dello stress.
In parte, questo meccanismo positivo è stato imputato anche al rilascio di emozioni represse durante la pratica meditativa, non di rado attraverso il pianto, che è un sistema naturale del nostro corpo per ridurre lo stress.
La meditazione viene dunque indicata come efficace per le persone sottoposte a stress o affette da patologie come ansia e pressione, oppure come forma preventiva nei soggetti predisposti. Dai vari studi presi in esame emerge inoltre come questi effetti positivi siano evidenti già dopo un breve periodo di meditazione effettuata su base quotidiana: per poter apprezzare il miglioramento della qualità della vita offerto dalla meditazione è sufficiente praticare la meditazione per qualche settimana. Questi effetti positivi continueranno a crescere mano a mano che le proprie abilità meditative cresceranno.